Un ricordo più diretto del professionista e dell’uomo Ciccio Castellano ci viene dal prof. Geppino Schisano, neurochirurgo di fama, anch’egli allievo di Herbert Olivecrona e già Primario della Divisione di Neurochirurgia prima dell’Ospedale dei Pellegrini e poi dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Il Prof. Schisano inaugurò le sale operatorie dell’U.O. di Neurochirurgia dell’Ospedale di Nocera Inferiore intitolate appunto a Francesco Castellano il 7 Aprile del 2008.

“… il giudizio su Francesco Castellano và dato non soltanto come neurochirurgo ma anche come uomo. Egli fu infatti una persona completamente fuori dell’ordinario, nello stesso tempo un vero figlio di questa nostra terra ed un uomo, come dirò poi, che seppe farsi apprezzare ed emergere nei suoi rapporti internazionali.

Francesco Castellano era nato a Genova nel 1916 da famiglia molto conosciuta di Piano di Sorrento ed aveva certamente i caratteri più positivi dell’uomo della Penisola Sorrentina. Egli aveva quindi in questa terra molti parenti che mio padre ed io conoscevamo personalmente essendo noi di antica famiglia sorrentina.

Castellano era un vero uomo di questa terra: intelligente, simpatico, attraente, alla mano, un uomo che per forza maggiore sapeva e doveva farsi strada nella vita. Dopo essersi laureato a Napoli negli anni 40, come usavano allora i giovani medici che volevano poi dedicarsi alle nascenti specialità della Chirurgia Generale, fece appunto tirocini vari in questa disciplina negli ospedali napoletani. Nel 1947, Castellano, insieme ad un altro medico napoletano che sarebbe diventato come lui un’altra colonna della Neurochirurgia Italiana, mi riferisco a Beniamino Guidetti, si recò a Stoccolma presso l’Ospedale Serafimerlasarettet, che faceva parte della Università di Stoccolma chiamata Karolinska, e dove erano allocate alcune delle più importanti cliniche tra cui quella Neurochirurgica. Direttore di tale Clinica era Herbert Olivecrona, che in quel momento era senza alcun dubbio il più famoso neurochirurgo del mondo. Infatti l’unico paese che poteva tener testa alla Svezia in questo campo erano gli Stati Uniti: d’altra parte, essendo morto nel 1939 Harvey Cushing, che fu il vero iniziatore della moderna neurochirurgia mondiale nell’arco dei primi 40 anni del secolo scorso, forse solo un’altra grande figura americana, quella di Walter Dandy di Baltimora, poteva rivaleggiare con Olivecrona nel mondo.

Francesco Castellano si trovò cosi in un ambiente in cui, essendo appena finita la seconda guerra mondiale, arrivavano giovani chirurghi da tutto il mondo, comprendendo anche molti stati del Sud America e ovviamente le varie nazioni europee. Egli seppe conquistarsi la stima e la simpatia innanzitutto di Olivecrona ma anche di tutto lo staff della Clinica Neurochirurgica di Stoccolma.

Come era solito fare Olivecrona, egli valutava le possibilità e le capacità del giovane medico straniero e quindi, se era stato giudicato positivo, veniva inserito nello staff della Clinica ad occupare le posizioni che in continuazione si rendevano vacanti quando gli assistenti svedesi si trasferivano temporaneamente, o anche in via definitiva, in altre cliniche nascenti nella stessa Svezia.

Castellano rimase quindi nella Clinica di Stoccolma occupandosi non solo di svolgere intensa attività chirurgica, anche in prima persona, in vista dell’attività da iniziare a Napoli; ma anche dedicandosi ad attività scientifica sfruttando l’enorme materiale neurochirurgico che si andava accumulando da alcuni decenni in quella Clinica. Da sottolineare che il giovane assistente straniero che era nelle grazie di Olivecrona, non solo per capacità mediche personali ma anche perché parlava le lingue latine, veniva preferito come assistente del reparto dei malati privati di Olivecrona che erano in maggioranza stranieri: tale onore ed onere che ebbe Francesco Castellano, ebbero poi anche Saverio Signoreli di Catania, ed io stesso dal 1955 al 1960 cioè sino a quando Olivecrona andò in pensione. Di quel periodo risulta essere una pubblicazione monografica su alcuni particolari tumori cerebrali “I meningiomi della fossa cranica posteriore” che Castellano scrisse e pubblicò nel 1953 insieme ad un altro illustrissimo medico napoletano Giovanni Ruggiero che lavorò nel Dipartimento di Neuroradiologia del Serafimerlasarettet contemporaneamente a Castellano e che poi divenne per vari anni il primo neuroradiologo di Parigi prima che, rientrato in Italia, diventasse Primario. Grande merito a lui deve attribuirsi perché volle organizzare a Napoli il Gruppo Neurochirurgico Campano, il quale ebbe vita feconda durante parecchi anni. Nel Gruppo parteciparono neurochirurghi che sino ad allora avevano scarsissimi rapporti tra di loro : e in questo modo si crearono parecchie amicizie, e si scambiarono importanti punti di vista di neurochirurghi provenienti da scuole diverse sia Universitarie che ospedaliere.

Le relazioni venivano tenute su argomenti differenti ogni tanti mesi nei differenti Ospedali. E l’importanza della Sua figura come organizzatore del Gruppo la si capì quando, dopo la sua scomparsa, non si riusci più a organizzare attivamente lo stesso Gruppo: si fecero ancora un paio di riunioni e poi più nulla. Castellano sviluppò la specialità istruendo un grosso gruppo di allievi che oggi sono ancora presenti negli Ospedali Cardarelli, Loreto Mare, S. Maria delle Grazie di Pozzuoli, Santobono e naturalmente nella persona del collega Michele Genovese.

Dopo la sua dipartita nel 1978 varie volte egli è stato ricordato e celebrato. Ricordo soltanto la riunione tenutasi al teatro di Corte nel 1998 in occasione del ventennale della morte, quando vennero presentati i cosiddetti “Quaderni svedesi”, cioè una raccolta di notizie e disegni scritti a mano, riguardanti appunti clinico-chirurgici delle esperienze svedesi. Infine vorrei anche ricordare come ebbi già l’onore di commemorare la Sua figura quando venni invitato da uno dei suoi allievi, il dr. Sergio Acampora, al Congresso italo-argentino tenutosi all’ospedale Cardarelli alcuni anni fa, alla presenza del presidente della Federazione Mondiale di Neurochirurgia, Prof. Armando Basso di Buenos Aires.

Francesco Castellano Castellano rocciatore

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